giovedì 1 ottobre 2015

Il Metodo Ho'oponopono

Questa volta sconfino nel territorio di Jessica, per parlarvi di una pratica che mi sono ritrovata tra le mani. Vorrei mettervi al corrente di un percorso che voglio intraprendere.

Dovete sapere che, negli ultimi anni, ho passato dei momenti parecchio bui.

Avete presente quei momenti in cui, anche se all’apparenza avete tutto, e non dovreste assolutamente lamentarvi di nulla, comunque non vi sentite felici? Eccomi lì, la mia copia sputata.

Non posso dire di aver risolto le cose, anzi. Ne sono molto distante.

Ma facciamo un ulteriore passo indietro.

Anni fa ho passato un periodo, durato parecchi mesi (anzi, diciamo pure tre o quattro anni), in cui credevo alla Legge dell’Attrazione. Ho letto “The Secret”, visto il film, letto ogni sorta di libri in cui si parlasse di quella legge. Inizialmente funzionava. E non sto scherzando.

Due episodi mi sono rimasti impressi. Lavoravo in un hotel in mezzo ai monti, all’epoca. Il personale mangiava nella sala ristorante insieme ai clienti, ma, in pratica, mangiavamo quello che veniva avanzato dal giorno prima. E niente dolci. Ricordo che quel giorno avevo pensato che, invece, ne avrei tanto voluta una fetta. Ero comunque disposta ad andare al supermercato a comprarmene una, sia chiaro! E invece…

Ho fatto due chiacchiere con uno dei camerieri, senza accennargli al fatto che mi sarebbe piaciuto avere un po’ di dolce. A parte che non sono mai stata particolarmente solerte nel far presente alle persone cosa voglio io, le regole erano regole. Per quanto stupide, male non mi facevano, potevo quindi seguirle senza farmi troppi problemi.

Beh, dopo pranzo, il cameriere è salito nell’area riservata al personale e mi ha portato una fetta di strudel, uno dei miei dolci preferiti. A dirla tutta, anche se questa cosa mi ha colpito, ammetto di averla archiviata come coincidenza.

Un altro fatto è avvenuto pochi giorni dopo. Era un momento, a lavoro, in cui non avevo molto da fare, così ho provato a mettere alla prova questo “segreto” che avrebbe dovuto cambiarmi la vita. Ho disegnato un braccialetto d’argento con delle stelle fatte dello stesso materiale. Mi sentivo un po’ stupida a fare così, tuttavia, mentre lo disegnavo, pensavo “beh? Perché no?”

Quel pomeriggio stesso, decisi di andare a fare una passeggiata. Più di tutto, volevo vedere l’altro hotel in cui lavoravano i miei titolari. Non l’avevo mai visto, così presi coraggio e mi avviai. Se ci andate ora, la zona è in desolazione completa. Per quanto ancora frequentata, visto che il posto si trova sulle piste da sci, è stata proprio abbandonata. Ma all’epoca, la crisi economica era appena iniziata e quell’hotel, come scoprii quel giorno, ospitava un piccolo centro commerciale con sala giochi, negozio di souvenir, centro benessere, edicola e una piccola gioielleria. Sono stata molto sorpresa soprattutto di trovare una gioielleria proprio lì. Tenete anche conto del fatto che non avevo la macchina con me, per tutta una serie di circostanze, e mi trovavo in alta montagna, con poche possibilità di scendere a valle. Già questa era una coincidenza alquanto strana. Ma andiamo avanti. L’anziano proprietario era un signore molto simpatico. Il negozio era piuttosto piccolo, e dopo le solite due chiacchiere, diedi un’occhiata alle vetrine. Ci credete che ho trovato il bracciale che avevo disegnato? Non l'ho comprato, comunque. Non avevo soldi con me e ho pensato che, tutto sommato, potevo anche lasciar stare. Il giorno dopo avevo cambiato idea, ma quando mi sono presentata lì il bracciale era già stato venduto.

Capite cosa voglio dire? In pratica, quello che vogliamo lo otteniamo, se lo vogliamo veramente. E certe cose le ottieni in una maniera che ha del miracoloso. Ma non pensate che viva la mia vita così. Anzi, praticamente qui si fermano i miei “miracoli”. Dopo questi, non me ne sono capitati di così eclatanti.

Certo, la mia filosofia di vita è sempre quella, cioè, quello che vuoi lo ottieni. Ma non è sempre facile, anzi, tutt’altro! Nonostante questo, mi rifiutavo di pensare di essere condannata all’infelicità e al nulla cosmico.

Sono passati gli anni. Ho accumulato libri su libri, sull’argomento. La mia convinzione che la legge ci fosse era granitica, e lo è tutt’ora. Tuttavia, nulla lasciava intendere che funzionasse.

Con gli anni mi sono convinta che, realtà, “The Secret” fosse una gran belinata. Alla fine ho rivenduto metà dei libri, “The Secret” compreso, perché non li ritenevo abbastanza validi. Ogni tanto mi piace rivedermi il film, nonostante tutto mi mette ottimismo addosso. Ma sapevo che non era sufficiente. Anche perché non posso accettare l’idea di trattare l’Universo, o Dio, o comunque vogliate chiamarlo, come un immenso Amazon a cui fare ordinazioni ed eventualmente protestare quando non ottieni ciò che vuoi. Sarò esagerata, ma lo trovo addirittura poco etico. Insomma, alla fine non è giusto comportarci da bimbetti viziati.

I segnali comunque c’erano. Sono uscita dal mio guscio di depressione e sono andata a cercare un lavoro in ambito turistico. L’ho trovato nel giro di pochissimo. Ogni volta che avevo bisogno di lavorare, trovavo. Quindi, sicuro come la morte che qualcosa che ci aiuta c’è.

Ma, altro smacco. Sì, ho trovato lavoro. Poi ho dovuto cambiare settore, ma comunque sono in un’azienda da un anno. Non è una cosa da poco. Tuttavia la mia depressione non mi ha lasciato. Ho notato che continuavo a leggere ossessivamente i pochi libri sulla legge dell’attrazione che mi erano rimasti. Lo facevo, lo faccio, solo quando mi sento particolarmente sola e senza speranze. Che cosa stava succedendo?

Inizialmente è stata dura. Vivevo in bilico tra la razionalità e il bisogno viscerale di credere alla “magia”. Non fraintendetemi, non mi sentirete mai urlare “Stupeficium” con una bacchetta in mano. Né mi vedrete fare rituali d’amore o anti-malocchio. Ma prima di questi anni così difficili, per me la vita era completamente differente. Quello che volevo ero più disposta a ottenerlo. E anche se avevo comunque i miei problemi come tutti, non mi pesavano poi tanto. Vivevo in un’atmosfera che sembrava magica. Per me era quella, la magia della vita. La felicità.

Razionalmente parlando, sono stata presa da quella che, banalmente, viene chiamata paura di crescere. Avevo passato degli eventi che mi avevano spaventata non poco. La mia vita ha subìto una gravissima battuta d’arresto.

Ora, non si può dire che sia tutta rose e fiori, attualmente. Ma va meglio. Ho preso alcune decisioni che, almeno per me, sono state enormi. Ho finalmente deciso di seguire i miei sogni, quelli che mi portavo dietro da quando ero piccola, non quelli inculcatimi da altri. Ho deciso di cominciare danza orientale, dopo dodici anni passati a rimandare. Sto provando a dare un seguito al mio desiderio di scrivere (da qui è nato questo blog).

Ma non bastava. Così ho cominciato una piccola psicoterapia, per affrontare i miei problemi una volta per tutte.

E tuttavia, qualcosa continuava a non quadrare. Come mai non mi sentivo ancora come volevo io?

Mentre acquisivo sicurezza in me stessa in certi ambiti, altri sembravano crollare sotto i miei piedi.

Sia chiaro a tutti, non è affatto una critica alla psicoterapia. Anzi, mi sta dando un aiuto estremamente prezioso e intendo continuarla finché sarà necessario. Ma volevo qualcosa di più. Finalmente mi sono ritrovata una risposta tra le mani. Uno dei libri che ho tenuto è “Expect Miracles”, di Joe Vitale.

Joe Vitale è l'unico autore di filosofie New Age per cui ho mantenuto una discreta stima (non totale, ci sono comunque cose su di lui che mi lasciano perplessa). Ho dato via solo un suo libro, “The Key”. Gli altri li ho tenuti tutti. E in tutti i suoi libri, da “The Key” in poi, parla di un metodo sperimentato da un certo dott. Hew Len, un medico hawaiano che, sembra, ha guarito i pazienti di un manicomio criminale, senza mai incontrarli di persona.

Ammetto che l'omino nel mio cervello ha tirato un'inchiodata potente, quando ho letto questa cosa. E ammetto ancora, non sono così sicura che sia vera. Dopotutto, le uniche testimonianze che ho trovato a riguardo sono quelle che il dottore ha riferito a poche persone. Anzi, praticamente l’unica fonte è Joe Vitale. Nessun altro si è fatto avanti per confermare la storia. Quindi, permettetemi un po’ di scetticismo. Ma la cosa comunque mi ha incuriosito, così ho cercato di capire in cosa consistesse questo metodo “miracoloso”.

In pratica, secondo il dott. Hew Len, siamo responsabili al 100% di quello che succede nella nostra vita. Non è un concetto facile da accettare, anche perché spesso confondiamo la responsabilità con la colpa. Non è esattamente così. È logico che, se qualcuno ci fa del male, la colpa è sua. Ma, a quanto sembra, una parte di noi, molto profonda, ci ha fatto vivere quell'esperienza per insegnarci qualcosa. Il più delle volte è per aiutarci a superare certe convinzioni.

Il metodo del dottor Hew Len consiste, in pratica, nel ripulirsi prima da queste convinzioni.

C’è sempre un MA in agguato, comunque. Innanzitutto, il libro da cui l’ho letto era un’enorme strategia di marketing. Sotto al marketing, c’è spesso il rischio di trovare solo fuffa allo stato puro. Era pieno di testimonianze su come questo metodo ha cambiato la vita di tutti quelli che l’hanno provato. Potrebbe sembrare un bene, MA, ammettiamolo, non è propriamente così, soprattutto se le testimonianze sono fuorvianti. Alla fine non spiegavano esattamente cosa succedeva applicando questo metodo.

In tutti i libri che ho letto in cui parlano di questo metodo dicevano di recitare un mantra:

“Mi dispiace. Ti prego, perdonami. Grazie. Ti amo.”

Mh. Ok. L’ho provato. Eccome se l’ho provato. Ma non funzionava. Le cose non sono cambiate. Anzi! Accantonato un altro sistema. Per un po’, almeno.

Fino a quando non ho capito cosa Joe Vitale intendesse. E qui ho anche capito che, ammettiamolo, per quanto parli di cose interessanti nei suoi libri, è stato parecchio sleale. “Sì, ti do la formuletta magica, recitala e vedrai che miracolo!”. No. Non funziona così.

Quindi, a questo punto, è diventato quasi ovvio. Quel mantra non funziona se recitato come uno svogliato rosario durante il mese di maggio. E, soprattutto, se viene fatto con l’intenzione di cambiare le cose fuori da voi. La spiegazione è molto più banale. Se abbiamo un problema sul lavoro, in famiglia, con gli amici, economico, dicendo queste parole non è affatto detto che la situazione cambi. Il vostro titolare non sarà più gentile perché avete recitato la formuletta magica. Non vi aumenteranno i soldi in conto come per magia. Sembrerà logico, ma alla fine, se ho bisogno di scrivere questa cosa, è perché non è così scontato. Vedo tante persone che intraprendono strade spirituali particolari perché convinte profondamente che queste cambieranno la loro vita in un batter d’occhio. Spero di non offendere nessuno, dicendo che sono degli illusi. E spero di farmi perdonare dicendo che, tutto sommato, sono così anch’io.

Ho provato questo metodo su di me per esasperazione, perché non ce la facevo più a svegliarmi con i pensieri ossessivi dei miei problemi, pensando che mi sentivo in colpa perché, ed è la pura verità, alla fine ne ero io la causa. Così, in un momento particolarmente cupo, ho provato a rivolgermi quelle parole come se stessi parlando con un amico a cui avevo fatto un torto. La cosa curiosa è che i riscontri sono stati immediati.

Prima di tutto ho avvertito una gran pace dentro di me. Sono riuscita a calmarmi, almeno per un po’. E quasi automaticamente le cose si sono adattate di conseguenza. Ad un’esibizione di danza ho sbagliato gran parte dei passi, ma sono comunque riuscita a non fermarmi, come avrei fatto anche solo due mesi fa, e ad andare avanti fino alla fine. E alcune persone che mi avevano già vista danzare mi hanno garantito che comunque i miei sbagli non davano fastidio, pur essendo scoordinata con le mie compagne (stiamo parlando di danza orientale, comunque. È sempre brutto vedere una coreografia di gruppo scoordinata, ma se non altro si è meno severi nei confronti di chi pratica questa disciplina).

Altra cosa che mi ha lasciato sorpresa è stato un netto miglioramento nei miei rapporti di lavoro con una persona che prima mi metteva in serie difficoltà.

Sono anche riuscita ad affrontare alcune mie paure che mi stavano paralizzando. Con la mente più tranquilla, sono riuscita ad agire. Non so quale sarà l’esito di queste mie azioni, le possibilità che le cose vadano a scatafascio esistono, ma la sensazione di libertà che ho guadagnato è impagabile!

Non è magia, gente. Semplicemente, quando abbiamo la mente rilassata, gli altri se ne accorgono e si approcciano a noi in modo differente. Così come la nostra mente escogita soluzioni ai nostri problemi che prima non vedevamo. Se siamo agitati per un qualsiasi motivo e ci portiamo dietro questa agitazione, è normale che chi si avvicina a noi sarà nervoso e ci tratterà male.

Quando recitate questo mantra, se lo fate in maniera sentita, in pratica vi state dando attenzione. Magari era proprio quella che vi mancava e, di conseguenza, vi rendeva scontenti.

Perché ho scritto questo post? Beh, due ragioni.

Primo, so che tante persone si sono avvicinate alla legge di attrazione e sono rimaste scottate. Faccio parte della categoria, dopotutto. Volevo semplicemente dare un punto di vista differente, che magari desse un po’ di speranza in più.

Il secondo motivo è la mia poca costanza. Volevo fare questo piccolo esperimento: provare per un mese di fila questo metodo. E vedere cosa succede realmente quando lo si applica. E se scrivo un post a riguardo, sarà più probabile che mantenga la mia promessa. Anche perché intendo scriverne un altro, fra un mese circa, sugli effetti di questa tecnica, e sulle conclusioni che ne ho tratto.

Allora, appuntamento a fra un mese?

PS: è doveroso specificare che nel frattempo il blog andrà avanti come sempre. Scriverò comunque (impegni permettendo) post su castelli e ville, fantasmi e leggende varie. E Jessica andrà avanti a scrivere sul paganesimo (parentesi come sopra). Questo è solo un esperimento a parte.

Besos a todos!

3 commenti:

  1. Che bell'articolo grazie! L'ho letto davvero volentieri, e tutto ciò che dici è molto vero!

    Mi permetto di lasciarti qualche indicazione rigurdo la storia del dr. Ihaleakala Hew Len e dei malati psichiatrici, se hai voglia e ti interessa approfondire: https://www.giovannagarbuio.com/hew-len-e-i-malati-psichiatrici/

    Grazie ancora per questo articolo e per la tua bellissima testimonianza

    RispondiElimina
  2. Ciao Jessica, bellissimo l'articolo che hai scritto...complimenti! Ti chiedo: poi com'è andato l'esperimento? Ormai son passati due anni...e chissà quant'acqua sarà passata sotto i ponti!
    Sono giunto fin quì in quanto sarei intenzionato a seguire quel percorso, anche perchè...tentar non nuoce!

    Un saluto!

    RispondiElimina
  3. Sei la gioia di chi vuole il potere sul prossimo vendendogli una carnevalata come soluzione per i problemi della sua vita. Che dirti: obbedisci e buona pentolaccia. Magari ti arriva una fetta di torta.

    RispondiElimina