All'alba del 19 Gennaio, finalmente su questo blog compare
anche un mio articolo.
Era anche ora! Come vedete dal titolo però, non ha nulla a
che fare con misteri o leggende... inauguriamo la sezione Paganesimo & co!
Inizialmente pensavo che avrei scritto qualcosa in relazione
al mese di Gennaio, in particolare sulla Befana e le origini di questa figura
popolare. Per quanto interessante, mi
sono accorta che non riuscivo proprio a cominciare... neanche con una sola
parola.
Complici un paio di ricerche su internet e una chiacchierata
su Facebook, ho deciso invece di scrivere un post su un argomento che è allo
stesso tempo delicato e controverso.
Quando una persona decide di abbracciare un nuovo credo ed
entrare in una comunità, di solito si tiene un rito celebrativo che simboleggia
il passaggio dalla vecchia alla nuova fede.
Non in tutte le religioni è però presente, specialmente in
quelle orientali che si basano su filosofie di vita, e non su verità rivelate
come per le tre grandi religioni monoteiste.
Nelle culture di tutto il mondo e
di tutti i tempi però, si può rintracciare la presenza di riti di passaggio che
l'individuo doveva necessariamente affrontare.
Nei tempi antichi ad esempio, gli
uomini (cacciatori e guerrieri) dovevano superare delle prove di sopravvivenza
per essere accettati all'interno della tribù. Inoltre, da che mondo è mondo,
quando due persone manifestano la volontà di unire le loro vite in un atto
d'amore, si celebra un matrimonio.
Perché sentiamo il bisogno di festeggiare questi passaggi?
Ve lo siete mai chiesti?
Da parte mia, credo che il bisogno di celebrare gli eventi
più importanti della nostra vita sia qualcosa che è scritto nel nostro DNA. E'
un modo per sottolineare l'atto che ci si appresta a compiere, un modo per
portare il divino dentro la nostra vita e abbracciare pienamente il significato
di alcune scelte.
Il linguaggio del corpo e i gesti che si compiono durante le
celebrazioni parlano da sé, ed è come se volessimo gridare al mondo "Io ho
fatto questa scelta, sono consapevole di come cambierà la mia vita e sono
pronto a prendermi le mie responsabilità".
Nel battesimo Cristiano, l'acqua lava via il peccato o la
vecchia fede, purifica il credente e le rende pronto per cominciare la sua
nuova vita.
Per quanto riguarda l'iniziazione alle religioni neopagane
invece?
Diversamente dalle altre religioni, sembra che per il
paganesimo non esistano veri e propri riti... anche se bisogna fare alcune
precisazioni.
La prima e la più importante, è che il neopaganesimo è un
insieme eterogeneo di tradizioni: la più conosciuta è senz'altro la Wicca, ma
esistono anche la Tradizione Egizia, La Via Romana agli Dei, il culto di Odino,
e quant'altro. Non ho mai studiato le tradizioni specifiche di un singolo
Pantheon, perciò quello che voglio dire è che i riti di iniziazione possono
essere molteplici proprio perché ci sono molte divinità che il credente può
scegliere di onorare.
Nel libro "Wicca, Il praticante solitario" di
Scott Cunningham, viene descritto un rito di autoiniziazione, o meglio di
dedicazione agli Dei che è spesso utilizzato e adattato personalmente da chi
desidera praticare in solitario. E' un rito molto semplice in cui si esprime la
volontà di abbracciare il culto della Dea e del Dio, e di impegnarsi ad
onorarli e ad approfondire la loro conoscenza, nonché quella della natura che
ci circonda e degli spiriti che la abitano.
Per prepararsi al rito è bene fare un bagno allo scopo di
purificarsi delle energie della giornata e rilassarsi. Poi è importante trovare
un luogo tranquillo, un posto che per voi dovrebbe essere speciale, carico di
significato... meglio se in Natura, come un parco o un angolo riparato del vostro
giardino. Spesso chi abita in città non ha la possibilità di celebrare
all'aperto, quindi penso che vada bene anche la vostra stanza preferita, un
posto in cui nessuno può disturbarvi e dove vi sentite al sicuro.
Dovreste portare con voi dell'olio profumato e, dopo aver
chiamato gli Dei, esprimere loro le vostre intenzioni riguardo il percorso che
vi apprestate a cominciare. Cunningham suggerisce di tracciare sulla vostra
pelle, con l'olio profumato, i simboli della Dea e del Dio e di visualizzarli come
se fossero fatti di luce.
Fatto questo, il rituale è concluso. Prima di ritornare alla
quotidianità però, sarebbe sempre bene ringraziare gli Dei per la
partecipazione.
Secondo me è un rituale carino, anche se prima di tutto
contano le intenzioni e il proprio sentire.
Riprendendo il discorso di prima infatti, non tutti decidono
di fare una dedicazione agli Dei, anzi alcuni dicono che è addirittura
superfluo, in quanto secondo il loro modo di sentire "appartenevano"
già a quel sentiero.
A questo punto, l'iniziazione diventa un rituale importante
soltanto quando il credente viene accolto all'interno di una congrega già
esistente di fedeli. Il rituale viene perciò celebrato dal Sacerdote o dalla
Sacerdotessa della comunità, anche se in questo caso non mi è chiaro che tipo
di celebrazioni vengano fatte.
Se devo essere sincera, ho notato che nel web si può trovare
materiale riguardo la dedicazione agli Dei e l'iniziazione in
"solitario", ma è difficile ottenere più informazioni riguardo chi è
stato ammesso all'interno di una comunità pagana, o anche riguardo alle altre tradizioni.
Parlo comunque della realtà italiana, non di quella inglese o statunitense.
Infatti, da quello che so le comunità italiane sono molto
ristrette, più per motivi di lontananza fisica che altro... nel senso che pur
essendoci molti praticanti, è difficile che tutti si trovino nelle vicinanze di
una città per poter celebrare insieme. Senza contare che alcuni non desiderano
neanche fare parte di una congrega, preferendo instaurare un rapporto
strettamente personale con le divinità.
Parlando invece con un'altra ragazza, ho scoperto che
esisterebbero addirittura tre stadi di iniziazione.
In una comunità pagana, idealmente la prima iniziazione
sarebbe una sorta di benedizione fatta ai bambini, perché il Dio e la Dea li
proteggano fino al raggiungimento della maggiore età. La seconda iniziazione
invece riguarda la scelta volontaria da parte del credente di proseguire nel
suo cammino di fede, mentre tramite la terza iniziazione il credente diventa
ufficialmente un Sacerdote o una Sacerdotessa.
Un tipo di iniziazione particolare invece è la dedicazione
fatta ad una specifica Divinità.
Il credente dichiara in questo caso la volontà di onorare in
modo speciale un Dio o una Dea, e quindi di iniziare un percorso speciale di
approfondimento dei misteri legati a lui/lei, riti e quant'altro.
Si tratta di una scelta che solitamente si compie quando si
ha già intrapreso da tempo questo cammino spirituale, e si sente un legame
particolare con quella divinità.
I riti di passaggio sono quindi molteplici, non esiste una
tradizione univoca... spesso ci si affida al proprio cuore per trovare la
strada spirituale che fa per noi, e io personalmente credo che dovremmo sempre
seguirlo.
E' facile perdersi in poesie auliche per celebrare, o
nell'ansia domandarsi mille volte se andava bene ungersi prima di fare la
dedicazione, o dopo. E' dannatamente facile perdere di vista il significato
vero delle celebrazioni, dei riti di iniziazione e di passaggio quando la forma
si sovrappone alla sostanza, o quando questi ci vengono "appioppati"
come un dovere.
La spiritualità nasce dal bisogno dell'uomo di sentirsi
parte di qualcosa di più grande, e io spero di avervi un po' guidato nel
trovare il vostro cammino.
A presto viandanti...
Jessica
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