Il Cerchio è il primo simbolo con cui ci relazioniamo in una
religione pagana.
E' il simbolo del grembo materno, del tempo ciclico che si
rinnova.
Spesso nella nostra vita i giorni si rincorrono uno dietro
l'altro: non abbiamo tempo per dedicarci a noi stessi o ai nostri cari, mentre
corriamo di qua e di là nell'ansia di riuscire a "far tutto" entro
sera. Le ore scorrono veloci finché, sempre correndo, arriva l'ora di andare a
letto e poi via, si ricomincia da capo con un altro giorno, un'altra
settimana...
Non so voi, ma più che in un cerchio a me sembra di stare in
un tunnel, o peggio ancora mi sembra di girare come una trottola senza capire
il senso di dove sto andando. Certe volte ho proprio la sensazione che i giorni
si ripetano tutti uguali, senza avere un attimo di respiro.
Se condividete quanto ho scritto sopra, se anche a voi
capita di essere presi dal vortice della quotidianità... ecco, sappiate che questo
non è il Cerchio.
Il Cerchio rappresenta il tempo ciclico, è vero, ma non per
questo tutti i punti della circonferenza sono uguali.
La filosofia del cerchio, se così vogliamo chiamarla,
insegna che c'è un tempo per agire e uno per riposare, uno per danzare e uno
per meditare, uno per dedicarsi agli altri e uno per prendersi cura di sé
stessi.... il Cerchio è simbolo di equilibrio.
Le nostre vite invece, più spesso somigliano ad un treno in
corsa.
Qualcuno mi obietterà che non c'è tempo per "prendersi
tempo", o per fare tutto ciò che vogliamo... se vogliamo avere un lavoro,
una casa, dei figli e un ragazzo/una ragazza, non si può proprio essere
equilibrati. Bisogna correre, correre e correre!
Ma chi corre, non sempre è felice.
Parlo sempre per esperienza personale: certi giorni mi
sembra di essere su un tapis roulant e di non poter scendere per riposarmi
perché dietro di me c'è uno con la frusta che mi tiene d'occhio. Se questo
metodo venisse applicato anche nelle palestre, non credo verrebbe più
nessuno...
Quindi si insegue la felicità, la si rincorre... ma senza
mai afferrarla davvero. Abbiamo imparato a chiamare così l'assenza di
situazioni nervose o stressanti, per cui può capitare di confonderla con un
sentimento che felicità non è.
Il Cerchio insegna a prendersi cura della propria vita, a
vivere il momento presente con intensità... ad ascoltare ciò che è attorno a
noi e anche dentro di noi, ma senza lasciarsi trasportare via dalla corrente
caotica in cui viviamo oggi.
Se impariamo a rimanere al centro del vortice, al centro del
cerchio, scopriremo che per noi si apre una strada...
Tornando ai riti di cui parlavo nel post precedente...
quanto bello è tornare la sera e prepararsi una tazza di tè? O sdraiarsi sul
letto a leggere il nuovo libro che abbiamo comprato? Anche queste piccole cose
sono riti che rendono la nostra vita più ricca...
Aprire il Cerchio è un rito non tanto dissimile dal
prendersi una tazza di te.
E' qualcosa che dovrebbe farci sentire liberi
dall'oppressione della giornata, in comunione con la natura. Si ascolta, ci si
ascolta, si lavano via tutti i pensieri, le arrabbiature... è un posto solo
tuo, dove puoi scrivere, leggere, meditare, pregare.
Forse queste parole vi sembreranno esagerate. Però io credo
nel potere del Cerchio, e soprattutto nella nostra capacità di "tirarci
fuori" dagli eventi della nostra vita per cercare di ritrovare
l'orientamento e fare delle scelte per noi, che ci portino verso la felicità.
Quand'ero piccola, ho letto un libro di Susanna Tamaro (del
resto, chi non ne ha mai letto uno?) dal titolo "Il Cerchio Magico".
E' la storia del piccolo Rick, cresciuto dalla lupa Guendy e
dagli altri animali all'interno di un parco cittadino... o meglio in un piccolo
angolo di questo, a cui si può accedere soltanto tramite un cerchio magico.
Il cerchio magico è un luogo che sembra sospeso tra lo
spazio e il tempo, invisibile al resto della gente comune... finché il sindaco
non decide di distruggere il parco per aprire un iper-mercato.
Inutile dire che Rick, una volta distrutto il parco, si
troverà ad affrontare un mare di peripezie nel tentativo di sventare i piani
del sindaco Pallaciccia.... ;)
Anche allora mi era rimasta impressa l'idea del cerchio come
portale magico, in cui appena ci mettevi piede ti trovavi in un mondo
fantastico in cui vivere avventure, fare tutto ciò che mi andava... mi piaceva
l'idea di trovare un mondo segreto dov'ero al riparo da tutto.
Chi come me ha giocato spesso all'aperto, sa di cosa parlo.
Tra gli alberi per noi c'era davvero un mondo diverso, un
posto speciale che era solo nostro, dove gli adulti non potevano entrare
neanche volendo, perché non riuscivano a vederlo.
In un altro libro, di cui purtroppo non ricordo il titolo,
la protagonista tracciava con un gessetto un cerchio attorno a sé, e come per
magia nessuno riusciva più a vederla... era protetta, al riparo in uno spazio
tempo vicino al nostro eppure lontano allo stesso tempo...
A dir la verità non ricordo esattamente cosa succedesse dopo
aver tracciato il cerchio, ma ricordo che anche in questo caso c'era il
concetto che una semplice linea curva avesse un tale potere da aprire un
collegamento tra i mondi, o proteggere.
Quello che sono venuta a sapere molto tempo dopo, è che il
Cerchio nel paganesimo ha proprio questa funzione.
Entrare nel cerchio significa connettersi con la parte più
pura di noi stessi, e allo stesso tempo non ci stiamo isolando, tutto il
contrario. C'è anche il resto del cosmo che ci ascolta, e noi lo ascoltiamo di
rimando.
Nella nostra mente, il Cerchio diventa un tempio sacro in
cui esprimere il divino.
Passando alla pratica vera e propria, per convenzione la
creazione del cerchio è connessa ai quattro elementi: questo sempre per
collegarsi alla natura.
Ai quattro punti cardinali quindi, vanno posti i simboli
degli elementi, o meglio ancora degli oggetti che li rappresentano. Quelli
classici sono la candela per il Fuoco, l'incenso per l'Aria, una ciotola
d'acqua o una conchiglia per l'Acqua, un cristallo, sale o anche una piantina
per la Terra.
Riporto qui sotto le corrispondenze della tradizione
italiana:
NORD TERRA SALE
EST ARIA INCENSO
SUD FUOCO CANDELA
OVEST ACQUA ACQUA
Detto questo, io fino a poco tempo fa non conoscevo queste
corrispondenze e quindi andavo a caso nei miei tentativi di praticare... c'è
anche da dire che non avevo deciso di intraprendere questa strada seriamente,
quindi non mi ero documentata. In pratica mi sono boicottata da sola.
Lo si apre sempre in senso orario. Anche in questo caso,
troverete un sacco di informazioni che riguardano l'apertura del cerchio: c'è
chi lo apre da nord, chi da est (io, forse solo io ma a me sembra più logico
così visto che il sole nasce da questa direzione), chi lo traccia a piedi nudi,
chi utilizza il sale e chi una corda... alcuni utilizzano formule prestabilite,
altri le scrivono secondo il proprio sentire oppure improvvisano.
Per scioglierlo invece, è importante seguire gli stessi
procedimenti dell'apertura, ma al contrario: se ad esempio l'avete tracciato
con una corda, dovreste prendere l'estremità con cui avete creato il cerchio (quella
sinistra) e disfarlo in senso antiorario, magari recitando una formula di
chiusura e sempre ringraziando gli elementi e gli Dei (se vi siete messi in
contatto con loro) per la partecipazione.
Se non avete formule di apertura, ma vi concentrate sul
respiro o sui passi ad esempio, dovreste seguire questo metodo anche per lo
scioglimento. Insomma, aprire e chiudere il cerchio è come avere a che fare con
uno specchio, o una moneta. Ci siamo noi e il nostro riflesso, c'e la testa e
c'è la croce.
Su un punto in comune però concordano tutti: l'utilizzo dei
quattro elementi di cui accennavo sopra.
Per cui, visto che c'è una miriade di cose da dire sugli
elementi e visto che adesso sono pigra, vi rimando al mio prossimo post, che
tratterà anche delle energie psichiche :P
Riassumendo, l'importante quindi è trovare il vostro metodo,
quello che vi fa sentire più a vostro agio. Dopotutto, è il vostro cerchio, e
vostro il mondo che state cercando di esplorare :)
Alla prossima!
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