Innanzitutto, mi scuso di nuovo per
l'assenza, per quanto sia stata decisamente più breve delle altre.
Mi sono presa l'influenza e per guarire ci ho messo più del solito.
Comunque eccomi qua, bella pimpante e pronta a parlarvi di creature
magiche.
Nello specifico, oggi parleremo del
basilisco.
Immagino che tanti lo conoscano per via
di “Harry Potter e la camera dei segreti”. Tuttavia si tratta di
una creatura di cui si parlava ben prima della fortunatissima saga.
C'è anche da dire che J. K. Rowling ha inserito parecchi riferimenti
mitologici in Harry Potter, motivo in più, secondo me, per
considerare questa saga un capolavoro.
Ad ogni modo, la prima volta in cui ho
letto del basilisco avevo, credo, otto o nove anni. Ho letto di
questa creatura nel libro “Leggende dei castelli del Trentino”,
di Giovanna Borzaga. All'inizio ho storto un po' il naso, perché
avevo letto “basilico” e non riuscivo a capire come il basilico
potesse seminare così tanto terrore in una valle. Ma di questo
parleremo nel prossimo post.
Ci sono diverse versioni su cosa sia un
basilisco, almeno secondo la mitologia.
I racconti più antichi risalgono
all'epoca dell'Impero Romano, in cui Plinio il Vecchio narrava di una
creatura spaventosa, nata dall'uovo di un vecchio gallo e covata da
un serpente o un rospo. Secondo alcune vecchie icone, il basilisco
era quindi un ibrido tra un rettile e un uccello. Una specie di
Ippogrifo con le zampe di gallina e la coda di un serpente.
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Possibile aspetto di un basilisco. (Fonte: Google) |
Col passare dei secoli, in ogni caso,
la visione di questa bestia cambiò e prese sempre di più l'aspetto
di un serpente, inizialmente molto piccolo, poi, gradatamente, sempre
più grande, fino a divenire più simile ad un drago. Genericamente,
questo serpente pare avere una macchia bianca sulla testa, molto
simile ad un diadema nella forma, cosa che gli vale il soprannome di
“re dei serpenti”.
Comunque la si veda, il basilisco resta
una delle creature più pericolose esistenti al mondo, secondo le
leggende. Il suo veleno è potentissimo, spesso basta entrare a
contatto con una piccola goccia per morire tra atroci tormenti.
Alcune versioni, quelle più diffuse, riportano il suo sguardo come
una delle sue armi più temibili: basta guardarlo negli occhi e sei
morto. Altre versioni dicono che, in realtà, non è tanto lo sguardo
ad uccidere, quanto il suo veleno, una volta di più. Semplicemente
respirando, è in grado di desertificare l'area intorno a sé.
Quindi, chi riesce ad avvicinarsi abbastanza è destinato comunque a
morire in quanto l'aria è letteralmente irrespirabile.
Come ho già detto fino allo
sfinimento, ormai, sono sempre stata un'appassionata di leggende, da
che ho memoria. E anni fa mi sono ritrovata a leggere un libro di
leggende sul Veneto, la mia regione. Mi è cascata la mandibola
quando ho visto che anche nei monti del Veneto il basilisco fa parte
del folklore. Ora come ora, mi chiedo cosa avessi da essere così
sorpresa, dopotutto il Veneto e il Trentino sono attigui. È normale,
quindi, che abbiano in comune alcune leggende.
Mi ha divertito, comunque, leggere di
certe caratteristiche del basilisco che non ho trovato da
nessun'altra parte. Certo, sono dettagli, ma sono dettagli che ho
trovato insieme spassosi e inquietanti.
Innanzitutto, la sua nascita. Sì,
nasce dall'uovo di un gallo (tra l'altro, non chiedetemi come fa un
gallo a deporre, non lo so e non lo voglio sapere!) ma non è un
rospo o un serpente a covarlo, bensì un'ebrea. Giusto perché in
Veneto non abbiamo la fama di essere razzisti. Assolutamente no.
Certo.
In più, ci sono anche alcuni segni che
indicano se avrai a che fare con il basilisco: la persona che apre un
uovo e ci trova dentro due tuorli, vedrà un basilisco entro l'anno.
Quella che invece ne troverà tre è destinata a morire per mano del
re dei serpenti.
Ehmmmm... i miei genitori hanno delle
galline, a casa, e mi è capitato, qualche volta, di trovare uova con
due o tre tuorli. Mi sa che sono proprio nei guai!
Battute stupide a parte, il basilisco
ha dei nemici, per lui molto pericolosi. E questi li si trova in
qualsiasi versione della leggenda si legga.
La prima è la donnola, unico animale
al mondo ad essere in grado di aggredire e uccidere un basilisco.
![]() |
Il Basilisco attaccato da una donnola. L'immagine si trova nel bestiario di Aberdeen, manoscritto miniato del sec. XII. |
Il secondo è il gallo. Qualora il
basilisco ne sentisse il canto, morirebbe all'istante.
Il basilisco veniva usato molto spesso
anche nell'araldica, in ogni caso. Pare che fosse simbolo di potenza
ed eternità. In pratica, avere un basilisco nello stemma araldico
era un auguro di prosperità per la famiglia.
E con questa particolare informazione,
abbiamo finito il post di oggi.
Appuntamento alla prossima settimana,
dove vi narrerò una leggenda legata proprio al basilisco!
Stay tuned!
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