venerdì 3 luglio 2015

Il licantropo

Sui licantropi se ne sono dette di ogni. Così come sui vampiri. Quindi, questo post e il prossimo che farò sulle creature mitologiche serviranno a rimettere un pochino in ordine le idee.

Dicevamo, il licantropo. Il termine viene dal greco, e significa “uomo lupo”. Ma, sebbene anche in Grecia si parlasse di licantropi, in realtà il mito è molto più antico. Basti pensare alla mitologia nordica. L’esempio più famoso di licantropo dell’antichità è Fenrir, figlio malvagio di Loki (non che Loki fosse uno stinco di santo!).

Le origini della licantropia (intesa come trasformazione in lupo e non malattia mentale) si perdono nelle nebbie del passato, quando l’uomo aveva cominciato ad allevare gli animali, invece di cacciarli. E chi ne pagò le conseguenze? Il lupo, visto come una minaccia dagli abitanti dei villaggi per i loro greggi. Non so come sia nata effettivamente l’idea di un uomo che si trasforma in lupo, a dirla tutta, ma è comprensibile il perché di quell’animale specifico e non di altri.

Si parla spesso di uomo lupo e licantropo come se fossero un’unica creatura. In realtà questi due termini, con il tempo, hanno finito col significare cose leggermente differenti.

L’uomo lupo è un uomo che prende parecchie caratteristiche da lupo, ma ha una forma più umana che lupesca. Non è un caso che, effettivamente, l’uomo lupo arrivi ad assomigliare ad un uomo con l’ipertricosi (crescita di folta peluria in zone dove solitamente non ce n’è, per esempio intorno agli occhi e sulla fronte)

Solitamente, invece, il licantropo ha la forma più tipica del lupo, anche se è molto più grosso e deforme.

Del lupo mannaro si dicono molte cose. Si sa, per esempio, che la trasformazione avviene nelle notti di luna piena. Ma è davvero così?

In realtà, non c’è nessun testo che faccia riferimento specificamente alla trasformazione di un uomo in lupo durante la luna piena. Non prima del Milleottocento, almeno, quando cominciarono a fiorire storie di tipo horror-gotico i cui contenuti si rifacevano ad antichi riti nordici in cui la luna piena aveva (e ha tuttora) un’importanza fondamentale. Si è cominciato a prendere per vero questo fatto dopo il film “L’uomo lupo” del 1941. Ho visto questo film quando ero piccola, non avrò avuto più di cinque anni. Mi ha fatto venire il latte alle ginocchia, al punto tale che per anni ho avuto il terrore dei lupi mannari, pur sapendo che, in realtà, non esistono! Per vent’anni mi sono rifiutata di rivederlo, fino a quando non ho preso il coraggio a quattro mani e me lo sono riguardato. Non è niente male, a dirla tutta! Capisco pienamente perché è una pietra miliare del cinema horror! Nonostante gli effetti speciali scarsi, rende bene l’ansia e la paura di Larry Talbot e dei suoi compaesani!

Tornando a noi, sapevate che, in realtà, la storia dell’argento che uccide i licantropi è una balla stratosferica? È stato proprio il film sopracitato a diffondere questa credenza, anche se, in realtà, non c’è nessuna fonte antica che citi l’argento come sistema di uccisione di un licantropo. Definiamola una sorta di inquinamento della tradizione. Infatti l’argento uccide i vampiri, spesso legati ai licantropi in quanto amici degli animali notturni. Per i licantropi si sono sempre usati altri sistemi, come l’impiccagione o il fuoco. In alcuni casi, il lupo mannaro veniva decapitato per evitare che si trasformasse in vampiro. In altri, invece, bastava ferirlo e fare uscire una quantità di sangue malato sufficiente a far passare la maledizione.

Anche la storia del contagio tramite morso è completamente campata per aria. L’unico sistema valido per diventare un licantropo è la magia nera, tramite maledizione imposta da esterni o patto col diavolo. Si può leggere un esempio al riguardo in un racconto di Alexandre Dumas figlio, “Il signore dei lupi”. Non male come racconto, se devo dirla tutta. Pone in evidenza tutte le conseguenze di un patto col diavolo e del desiderare cose che, forse, non sono poi così in sintonia con noi e la nostra natura (in realtà, nel libro si parla di volontà divina, ma credo che, a conti fatti, parlare della volontà divina e parlare della nostra natura più profonda sia la stessa cosa). Inoltre, “il signore dei lupi” mette inquietudine, senza essere eccessivamente pauroso. E cattura. Santo cielo, se cattura! Magari a qualcuno piacciono gli horror più forti, dello stile di Stephen King (eccomi!), o Richard Matheson, o Shirley Jackson, ma state pur sicuri che, leggendo “Il signore dei lupi”, rimarrete incollati alle pagine e vorrete assolutamente sapere che fine fa Thibault. Lo odierete con tutta l’anima. Lo insulterete. E poi, quando realizzerà cosa ha combinato, proverete pena per lui. E così via fino al finale.

Chiusa la parentesi letteraria.

Da quello che ho potuto vedere, non ci sono sistemi per difendersi da un licantropo. Se ve lo trovate davanti durante una notte di luna piena (alla fine, diamo per buona la storia della luna piena, per complicarci meno la vita), dovete, in pratica, pregare che non vi veda. Se vi vede, scappate. Anche se non vi servirà. Certo che, anche voi, che cavolo ci fate in giro di notte, con la luna piena alta nel cielo? Ditelo, che ve la andate a cercare!

Comunque, non preoccupatevi, non siete totalmente, completamente e innegabilmente senza speranza. Se quello che avete davanti è un lupo mannaro siciliano, avete un sistema infallibile per salvarvi la vita: le scale. A quanto pare, il lupo mannaro siciliano non è in grado di salire le scale. Il che mi fa abbastanza ridere, a essere sincera! Questo non salverà la persona sotto la bestia dalla sua maledizione, né la ucciderà, ma almeno voi avrete salvato la pelle! Certo, dovete avere la fortuna che il lupo mannaro sia siciliano e che non sia in grado di usare gli ascensori, il che riduce la speranza di salvarvi a un filo, ma se non altro è già qualcosa!

Oppure, entrate in una chiesa. Nessun testo dice che il lupo mannaro non può entrare in chiesa, ma, se si tratta di una trasformazione dovuta a un patto col diavolo, mi sembra la soluzione più logica.

Cercate solo di non fare come Hagrid (per i babbani: leggete “Harry Potter e la camera dei segreti” per capire la citazione): allevare cuccioli di licantropo sotto il letto non è esattamente un’idea brillante!

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