Da quando
Gardner ha aperto la strada alla rinascita dei culti cosiddetti “pagani” o per
meglio dire “politeisti”, si sono sviluppate tutta una serie di correnti sia
all’interno della Wicca che non.
Il
presupposto da cui sono partiti Leland e Gardner per far rivivere il culto
degli Dei, e della Dea in particolar modo, era la sopravvivenza in Italia e in
Inghilterra di alcuni ceppi delle antiche religioni.
Aggiungo
solo un paio di considerazioni prima di passare all’approfondimento di oggi, che
riguarda la tradizione veneta.
A parte le
correnti pagane ricostruzioniste e la stregheria italiana, ho notato che molti
culti moderni non sono di fatto politeisti, ma si basano semplicemente
sull’adorazione della Grande Madre.
Tradizione
Avaloniana e Wicca Dianica[1]
sono gli esempi più ovvi che posso fare, sebbene personalmente non mi convincano
del tutto.
La maggior
parte di questi culti al femminile nascono dall’esigenza sempre crescente delle
donne di vivere la spiritualità in modo più completo… come può un unico Padre
onnipotente capire nel profondo una donna? Perché il Dio biblico avrebbe creato
la donna da una costola dell’uomo, per donarle poi il potere di portare dentro
di sé la vita? Chi ha intrapreso il percorso del paganesimo, chi ha sentito
l’esigenza di mettersi “alla ricerca”, sa di cosa parlo.
Perfino nel
Cristianesimo, le donne da secoli nelle loro preghiere si rivolgono
prevalentemente a Maria, madre di Cristo, rispetto a Gesù e a Dio stesso.
Questa
piccola premessa perché?
Durante la
mia ricerca, ho pensato spesso alle donne vissute nel Medioevo e durante il
periodo dell’Inquisizione… forse anche loro sentivano l’esigenza di venerare
una figura femminile… una Dea che le potesse capire, che ridesse loro il
rispetto e il potere che avevano perduto.
E forse
pregavano Maria, e forse quella che viene chiamata “magia” in realtà era
soltanto la conoscenza delle erbe, o un tentativo di controllare quei momenti
della vita in cui ogni decisione era loro negata dagli uomini… credo che le donne
nei secoli abbiano sempre cercato di ridiventare soltanto donne.
Al di là di
questo, non posso sapere con assoluta certezza se effettivamente il culto della
Dea sia sopravvissuto intatto attraverso i secoli, ma è certo che molti usi
delle antiche religioni sono giunti fino a noi. Tanto per fare un esempio,
soprattutto nel Sud Italia, ci sono molte pratiche “scaramantiche”,
“divinatorie”, “magiche” che fanno appello a Santi Cristiani… pensate un po’! A
me sembrano solo pratiche pagane “legalizzate".
E tutta
questa pappardella era la premessa nr. 1
La premessa
nr. 2 consiste semplicemente nel dirvi di prendere quello che scriverò con le
pinze.
Questo per
il semplice fatto che, non essendo io una cosiddetta strega ereditaria (e se lo
sono di certo nessuno me ne ha mai messo al corrente) tutte le informazioni che
scriverò qui sono tratte da libri o da testimonianze dirette (interviste con alcune vecchiette vicine di casa e colleghe di lavoro che mi hanno riferito le usanze delle
loro nonne). Detto questo, cominciamo!
La prima
cosa che posso dire sulla stregoneria veneta, è che nel territorio della
Repubblica Serenissima, la repressione contro le donne accusate di essere delle
streghe fu certamente meno incisiva rispetto ad altre regioni d'Italia e
d'Europa. Questo perché, politicamente parlando, Venezia era schierata contro
il Papato.
Ragazzi,
rendiamoci conto: stiamo parlando di potenza navale che, in barba al divieto
imposto dal Papa di commerciare con i turchi musulmani infedeli, se ne andava a
zonzo per il Mar Nero (assieme a Genova, tra l'altro) a prendere schiavi biondi
da portare in Egitto. Stiamo parlando di una città di mercanti che, per
aggirare questi divieti, riempivano fino all'orlo le navi di padelle che, una
volta arrivate in Africa, venivano allegramente convertite in armi dagli arabi,
che ringraziavano.
Capite bene
quindi che, anche se l'Inquisizione raggiunse Venezia, i suoi effetti rimasero
molto più contenuti, alias che la maggior parte delle torture in voga in Europa
non furono applicate, e che le detenute spesso venivano rilasciate, anche se
recidive!
Questo anche
perché le streghe venete venivano viste più come fattucchiere benevole o al
massimo contadine un po' imbroglione, ognuna con il suo campo di
specializzazione: aggiustaossi, cartomanti, 'strologhe, tutt'al più esperte in
qualche filtro d'amore...
Ad un primo
impatto sembra quindi che nel veneziano avere a che fare con una strega fosse
cosa comune o quasi, e che fosse considerata in realtà alla stregua di una
guaritrice/indovina abbastanza innocua.
Tuttavia
sembra che anche l'aspetto religioso di queste pratiche sopravvisse nel
tempo... più nelle campagne e nelle zone montane che nell'ambiente cittadino.
Come già
detto prima, non si può essere certi che ci sia stata una continuità temporale
dagli antichi fino ai giorni nostri, ma certi fatti fanno salire il dubbio.
Ad esempio
alcuni racconti riguardo i famosi raduni delle streghe sul monte Paderno o al
passo del Tonale.
Riporto un
paragrafo del libro "Le streghe" di Vanna de Angelis, molto
interessante in proposito:
Una strega di nome Onesta, arrestata e
processata nel 1518, confessò di essersi recata al Sabba sul Tonale a cavallo
di una capra, e di avere il Diavolo per amante. Andava al Tonale due volte la
settimana: imparò dal Diavolo a scatenare tempeste, ma si rifiutò di rivelare
il segreto del maleficio.
Furono bruciate 80 streghe, ma pare che il
Tonale continuasse ad attirare i frequentatori: pare che il sabba fosse una
festa favolosa e le prestazioni dei diavoli straordinarie. Insomma, come
dichiarò una delle condannate "Il Tonale per noi è il Paradiso"
... Alla
faccia!
Insomma,
sembra che i luoghi stregoneschi attirassero molti libertini, se vogliamo
pensare in modo razionale... guardando la medaglia da un punto di vista
religioso, tutti i riferimenti alle capre e le orge fanno pensare al culto
Dionisiaco.
Non dobbiamo
dimenticare che tutti i culti antichi sono rimasti vivi per molto tempo, almeno
fino all'undicesimo secolo. Non sarebbe del tutto una sorpresa quindi se alcuni
di questi culti fossero arrivati fino a noi per vie traverse.
Come nel Sud
Italia, anche in Veneto il Noce era l'albero delle streghe per eccellenza, i
cui incontri si tenevano di norma il giovedì e il sabato.
Il lascito
alle giovani streghe, eredi della tradizione familiare, si compiva per
tradizione la notte di Natale, nella quale la nonna o la madre trasmetteva
simbolicamente tutto il suo sapere alla figlia o nipote.
Non so come
si svolgesse questo rito, tuttavia sono venuta a sapere delle cose piuttosto
interessanti riguardo altre pratiche sopravvissute fino ai giorni nostri...
La notte tra
il 31 ottobre e il 1 novembre, le mamme delle nostre nonne spesso si dedicavano
alla cura dei defunti... con delle foto in mano dei loro cari scomparsi,
accendevano candele e pregavano, ungendo le piccole "icone" con
dell'olio profumato... nulla che vi ricordi in qualche modo la festa di Samhain?
Oppure,
ricordate quando le nostre nonne, la notte tra il 28 e il 29 giugno,
preparavano una brocca piena d'acqua per metà e ci versavano l'albume dentro,
sperando al mattino di trovare la "Barca di San Pietro?"
Ecco...
questo rito apparteneva alle credenze dei popoli antichi, ai nostri antenati,
che nei giorni vicini al Solstizio d'Estate usavano questo sistema per trarre
responsi divinatori e conoscere il proprio futuro in amore.
Altre
pratiche magiche parecchio interessanti riguardano la cenere.
Le nostre nonne
credevano che le streghe si "attaccassero" agli abiti... per questo
stavano molto attente quando stendevano il bucato!!!
Proteggevano
la famiglia lavando i tessuti con la cenere... che oltretutto sembra abbia un
potere sbiancante che al confronto il Dash impallidisce. Quindi la cenere
(simbolo del focolare domestico e quindi sostanza impregnata dell'
"essenza" di una famiglia) serviva a proteggere i propri cari da
eventuali fatture.
Il focolare ha
rappresentato quindi per molte streghe, e quelle venete non fanno eccezione, il
fulcro magico e sociale dell'intera famiglia. Era luogo di creazione, di
trasformazione... ogni donna era quasi un'alchimista.
Nel focolare
c'era l'unione e la trasformazione dei 4 elementi.
Il fuoco
acceso sotto la pentola, la terra presente nella struttura stessa del focolare,
l'acqua all'interno del calderone, e i vapori aerei che s'involavano tramite il
camino... la cenere che restava nel focolare era quindi pregna di un'energia
particolarissima e potente, che rappresentava allo stesso tempo la famiglia,
gli antenati, la fortuna, la ricchezza... era usata per guarire e pulire e
bandire le energie negative.
Io credo che
un po' di quest'antica sapienza ci sia stata trasmessa nel sangue dalle nostre
antenate, consapevolmente o meno... non ne saremo mai certi, questo no, ma
leggendo e studiando non posso fare a meno di crederlo possibile.
E voi? La
fede e la magia nascono da piccole cose... se impariamo a portarle nella nostra
vita, forse recupereremo molta di questa saggezza addormentata in noi.
Buona
settimana e a presto!
Informazioni
storiche prese da:
Le streghe - Vanna de Angelis
Informazioni
riguardo la cenere prese da:
Magia fra Cenere e Carbone - Antica
stregoneria (ebook disponibile online, molto bello e interessante)
[1]
Tradizione Avaloniana e Wicca Dianica sono due correnti neo pagane che si
basano esclusivamente sull'adorazione della Dea Madre e che tratterò
prossimamente.
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