venerdì 13 marzo 2015

Il fantasma di Azzurrina

Prima di cominciare, ci tenevo tantissimo a fare una piccola premessa. Finché potrò, pubblicherò articoli su posti che ho realmente visitato. Questo perché credo profondamente nel fatto che articoli di questo genere vengano fuori molto meglio se riportano la propria esperienza diretta. È una cosa più personale, di conseguenza viene anche trasmessa meglio al lettore. Logicamente, però, non mi sarà sempre possibile. Come vi ho già detto in questo post, ad esempio, la Scozia non l’ho mai visitata . Come non ho avuto modo di visitare la Valle dei sette morti o Cà Dario. Con l’arrivo della bella stagione, comunque, dovrei essere abbastanza in grado di seguire il mio proposito. Abbiate pazienza, intanto, e godetevi la prossima storia!

Ed eccoci di ritorno con un racconto che sicuramente conoscete! Anche se magari non siete così appassionati di fantasmi, sono pronta a mettere la mano sul fuoco che questo l’avete sentito nominare almeno una volta in tutta la vostra vita: Adelina Malatesta, figlia del signore di Montebello, meglio nota come Azzurrina.

Si tratta di una leggenda che è stata tramandata oralmente dalla fine del 1300 fino al 1620, quando finalmente un parroco di quella zona trascrisse la vicenda.

Correva l’anno 1370. Anno in cui cominciavano ad andare molto di moda le accuse di stregoneria. Sapevi curare un raffreddore? Strega! Ti grattavi la testa? Marchio del diavolo appena formato, quindi: strega! Provavi a difendere un amico dall’accusa di stregoneria? Strega anche tu! Starnutivi tre volte di fila? Strega.

Capite anche voi, non si respirava propriamente una bella aria serena…

In quell’anno, venne alla luce la figlioletta di Uguccione Malatesta, signore feudale di Montebello: Adelina. Bambina molto carina e ben voluta, aveva solo un piccolo e trascurabile difetto: era albina. Fortunatamente per lei, non lo era a tal punto da avere gli occhi rossi. Infatti pare che fossero azzurri. Ma i capelli erano bianchissimi, come la neve. Per proteggerla dalle superstizioni locali, che illustravano gli albini come progenie diretta del demonio, il padre la segregò all’interno delle mura del castello e la madre cominciò a tingerle i capelli con l’intento di farglieli diventare neri. Peccato che la tinta non attacca sui capelli degli albini, o, almeno, non come farebbe sui capelli normali. Infatti il colore stingeva subito, lasciando solo un riflesso azzurrino nella chioma della bambina, riflesso che le valse il soprannome di Azzurrina.

Passarono gli anni. Arrivò il 21 giugno del 1375, giorno del solstizio d’estate. Stava per arrivare un brutto temporale. Ma Adelina, nell’innocenza dei suoi cinque anni, non ci fece caso. Corse nel cortile del castello a giocare con una palla di stracci, tenuta d’occhio da due armigeri.

All’improvviso, un tiro troppo forte fece rotolare la palla nella ghiacciaia del castello. Adelina corse a prenderla. Fu questione di un attimo: i due armigeri sentirono la bambina urlare terrorizzata. Corsero alla ghiacciaia per soccorrerla, forse pensando che probabilmente la piccola si era chiusa dentro per sbaglio e aveva preso paura. Ma una volta dentro scoprirono che… era scomparsa! La cercarono in lungo e in largo, ma di lei non se ne seppe più nulla. Altra cosa curiosa: con la sua scomparsa, il temporale passò.

Da allora, si dice che, ogni cinque anni, il 21 giugno, si sentono i lamenti della piccolina che chiama la sua mamma.

Pare che siano anche riusciti a registrare il lamento, e lo facciano sentire ad ogni visita.

Nel 2010, però, degli esperti hanno preparato tutta l’attrezzatura necessaria per captare quel suono e capire la sua eventuale provenienza. Non hanno sentito nulla. Chissà, forse Adelina si è intimidita.

Ora, facciamo due conti. Se il fenomeno si manifesta ogni cinque anni, vuol dire che, con ogni probabilità, si manifesterà anche quest’anno. Chi andrà a sentire se la piccola Azzurrina sta ancora cercando la sua mamma?

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