mercoledì 14 gennaio 2015

L'ineluttabilità del destino

È da giorni che non fa altro che rimbombarmi in testa la canzone “Samarcanda”, di Roberto Vecchioni. Da quando, in un pomeriggio uggioso in ufficio, ho cercato su youtube un po’ di canzoni da ascoltare, giusto per non dover stare sempre sola con i miei pensieri, e ho trovato questa versione, cantata da Vecchioni e Branduardi... credetemi, non c’è stato modo di togliermela dalla testa neanche a pagare oro!

La canzone è famosissima, prima o poi chiunque l’ha sentita, anche solo una volta. È stata composta nel 1977, e ha un ritmo veramente coinvolgente. Se poi si guarda il video girato nel 1992 con Branduardi (vi rimando al link di prima!), capirete come mai, per me, la canzone diventa pressoché irresistibile!

Devo dire, però, che, inizialmente, non avevo capito il significato reale di questa canzone. Quando ho ascoltato le parole per la prima volta, in seconda media, complice un bel po’ di superficialità, ho pensato semplicemente che si trattasse della storia di un soldato un po’ stupido che viene spaventato da una donna. (Per i puristi del genere: fustigatemi pure sulla pubblica piazza! Anche, se, a mia discolpa, avevo tredici anni scarsi…)

Sono passati gli anni, e “Samarcanda” non l’ho più sentita. Non ci ho neanche più pensato. Fino a quando, appunto, cercando su youtube una playlist di Angelo Branduardi da ascoltare, l’ho ritrovata. E ho deciso di andare un po’ a fondo, perché, ok, il video è un montaggio in chiave comica di vecchi filmati, ma Branduardi e Vecchioni non sono gli ultimi scemi della piazza, i loro lavori hanno sempre un significato più profondo di quanto non sembri al primo impatto!

Così ho scoperto che questa canzone è ispirata a vecchie leggende diffuse in ogni dove. La si trova persino nelle antiche tradizioni ebraiche!

La storia originale, fiaba mediorientale, parla di un servo che un giorno andò al mercato per conto del suo padrone. Tornò da lui terrorizzato, dicendo che aveva incontrato la Morte, la quale l’aveva guardato minacciosamente. Il servo implorò il padrone di dargli un cavallo, modo da poter scappare a Samarra (nell’attuale Iraq. Credo che Vecchioni l’abbia cambiata in Samarcanda – città dell Uzbekistan – per facilitarsi la scrittura dei versi), a due giorni di viaggio, dove la morte non avrebbe certo potuto raggiungerlo!

Il padrone acconsentì. Poi andò al mercato lui stesso e incontrò anche lui la Morte. Le domandò come mai avesse terrorizzato il suo servo, minacciandolo in quel modo. La Morte rispose che non l’aveva minacciato. Era semplicemente sorpresa di trovarlo lì, dal momento che doveva prelevarlo due giorni dopo a Samarra!

Come scrivevo prima, c’è anche una versione nelle tradizioni ebraiche che riguarda Re Salomone. Un giorno Salomone passeggiava per la sua città. Incontrò l’Angelo della morte, seduto triste su una scalinata. Gli si avvicinò. “Cosa ti rattrista?” gli chiese. “Sono triste perché mi è stato detto che devo prelevare quelle due persone.” rispose l’Angelo, indicando due scribi di Salomone che si trovavano poco distante da loro. Salomone non voleva perdere i suoi due servi, così diede loro due cavalli, insieme all’ordine di scappare fino a Luz, dove l’Angelo della morte non avrebbe potuto prenderli.

Il giorno dopo, Salomone incontrò di nuovo l’Angelo, solo che, questa volta, sorrideva.

“Perché sorridi? I miei servi sono scappati!” esclamò il re.

“Sorrido perché avevo l’ordine di prenderli a Luz!” rispose l’Angelo.

Ecco, a dirvela tutta, nonostante il titolo, non sono così sicura che esista un destino. Un libro che dice cosa faremo in futuro, e che a noi non è dato di sapere fino a che non si compie. Credo che sì, ci sia qualcosa che governi le nostre azioni, ma non con così largo anticipo.

Tuttavia, devo dire che queste storie mi hanno messo parecchi brividi!

Nessun commento:

Posta un commento